Feng Shui: piante sì, piante no

Il Feng Shui è un’antica arte geomantica originaria della Cina, caratterizzata da diverse scuole di pensiero e seguita da tantissimi appassionati: i suoi sostenitori ritengono che nella vita, in casa, nelle attività di ogni giorno esistano direzioni maggiormente propizie ed è per questo che il flusso della natura (detto CHI) viene studiato per raggiungere l’armonia, anche negli spazi.
Alcune regole “tipiche” del Feng Shui includono, per esempio, la ricerca di una casa perfettamente quadrata o rettangolare (senza angoli mancanti), che presenti a nord un masso o una collina (cioè una Tartaruga Nera) e includa – a protezione – un Drago Verde a est, cioè… delle piante!

Le piante, infatti, sono esseri viventi e in quanto tali agiscono sulla circolazione e le caratteristiche dell’energia sia dentro che fuori casa: alcune sono legate a energie positive, altre invece a energie negative. Vediamole nel dettaglio!

Energia negativa: quali piante evitare

Ortensia: le ortensie sono bellissime, ma sono anche legate a sentimenti di solitudine e introspezione. Per questo motivo, posizionarle in casa potrebbe portare a conflitti o a sentimenti contrastanti: meglio evitare!
Bonsai: una pianta da osservare… da lontano! Il bonsai, infatti, è stato modificato dall’uomo per conservare le caratteristiche estetiche che tanto ci piacciono. Quest’azione, però, lo ha irrimediabilmente cambiato, legandolo per sempre a cattive energie.
Agave: e più in generale tutte le piante dalle foglie molto lunghe, come l’Aloe.
Queste piante tendono ad attirare energie negative ed è per questo che sono perfette all’esterno, posizionate in modo da proteggere l’intera casa: all’interno, invece, possono portare a conflitti.

Energia positiva: quali piante scegliere

Bambù: forte, flessibile e “pacifico”, il bambù porta all’adattamento ai cambiamenti e ad un assoluto relax.
Anturio: cioè quelle bellissime piante dai fiori grandi, colorati e lucenti. Irradiano energia e forza e sono chiamate “piante dell’amore”: meglio di così non si può!
Piante aromatiche: posizionate in cucina, piante come basilico, rosmarino o menta portano il buon umore.
Orchidea: spirituale e perfetta, alimenta le energie legate all’amore!
Piante sospese o pensili: qualsiasi pianta che non tocchi il pavimento porta a un bilanciamento delle forze. Ne è un esempio il Pothos: questa varietà assorbe sia energie positive che negative e va posizionata sulla finestra o appesa a un gancio per evitare il prevalere degli influssi negativi.

Feng Shui: per concludere…

Al Feng Shui si può credere o no, ma è innegabile che alcuni consigli siano davvero interessanti: in fondo, una pianta sospesa o una variante colorata non possono che migliorare l’aspetto del nostro arredamento!

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Progettare le aree esterne di un B&B: come si fa?

Progettare le aree esterne di un b&b può sembrare davvero facile, soprattutto se si ha a disposizione uno spazio ampio e adatto a tantissime configurazioni diverse: i più potrebbero pensare che basti posizionare due sedie, un bel tavolo e magari un ombrellone… il gioco è fatto!
In realtà, più è grande un ambiente, più sono i servizi disponibili, più è necessario stabilire tutto al dettaglio, avendo cura di non dimenticare anche quei particolari che potrebbero sembrare scontati.
Come si fa? Vediamo qualche suggerimento!

Stabilire le aree esterne di un B&B su pianta

Possedere la pianta completa del proprio b&b permette di gestire con semplicità le porzioni esterne, suddividendo metro per metro. Poter disegnare su un foglio tutto ciò che ci serve e idealmente spostare ogni pezzo finché tutto non funziona è essenziale per “vedere” punti di forza ed eventuali problematiche ancor prima di agire.

Cosa non deve mancare attorno alla nostra struttura?
Le aree essenziali sono fondamentalmente tre: una zona pranzo, una zona conversazione e una zona… spazzatura!
La prima richiede un tavolo ampio, sedie comode, ombra sempre assicurata (soprattutto in piena estate!) e la vicinanza alla cucina: questo permette a tutti di stare molto più comodi, di potersi godere un pasto in tranquillità e di far funzionare tutto con praticità. Pensate a un tavolo da pranzo messo dal lato opposto del b&b, lontano dai fornelli: un incubo per chi porta avanti e indietro i piatti!
L’area conversazione è un po’ più “easy”, sono necessari divanetti, tavolini, magari qualche pouf e sarebbe bene posizionare il tutto in un angolo fresco e ventilato, nel quale non patire troppo le alte temperature.
La spazzatura, poi, è un elemento FONDAMENTALE, che spesso molti dimenticano: insomma, quando i visitatori sono molti e nel b&b c’è il pienone non è possibile tenere i bidoni all’interno della struttura! Meglio posizionarli nei pressi della cucina, ma distanti dal tavolo da pranzo, magari nascosti all’interno di un mobile su misura: attenzione, meglio dotarsi di tutti gli accessori necessari per fare una differenziata efficace!

Il b&b ha una piscina? È bene disegnarla su pianta e prevedere una zona con ombrelloni e lettini!

Privacy e illuminazione

Una volta stabilite su carta le aree che ci interessano, bisogna aggiungere alcuni dettagli: luce e coperture.

Cosa significa? Significa immaginare il nostro b&b immerso nell’oscurità e stabilire un impianto di illuminazione che valorizzi non solo la zona pranzo e quella conversazione, ma anche tutti gli ingressi e i punti forti del nostro giardino. C’è una fontana? Un’aiuola particolarmente colorata? Una statua romantica? Aggiungiamo un faretto!

Infine, è importantissimo garantire ai nostri ospiti la massima discrezione, aggiungendo tendaggi, gazebo, coperture (anche meccaniche) oppure ombrelloni sapientemente posizionati: nessuno vuole essere visto dall’esterno!

Progettare le aree esterne di un b&b è sicuramente divertente, ma richiede un po’ di attenzione in più per i particolari e soluzioni su misura: contattate i nostri esperti per ricevere consigli mirati per le vostre esigenze!

Come scegliere le piastrelle per i nostri rivestimenti

scegliere le piastrelle

Scegliere le piastrelle correttamente è molto più importante di quanto si pensi.
Spesso tendiamo a guardare solo il prezzo tralasciando in realtà le caratteristiche principali che sono necessarie quando si voglia cambiare un qualsiasi rivestimento.

Sul mercato sono presenti innumerevoli varianti di colore e di disegni, dal mosaico alle maioliche, che ben si adattano a qualsiasi stile di arredamento. Se vogliamo guardare il lato tecnico però, dobbiamo affidarci ad una specifica tabella che suddivide le piastrelle per gradi di resistenza all’abrasione.
Questa scala di chiama “PEI” e classifica, da 1 a 5, il grado di deterioramento dello smalto esterno.
Questa valutazione è molto utile per capire se ci conviene acquistare un prodotto con punteggio minimo o massimo, a seconda degli usi che dobbiamo farne.

  1. Il grado 1 per esempio, sono prodotti destinati ad ambienti sottoposti ad un bassissimo grado di abrasione, come per esempio le camere da letto o i bagni.
  2. Il livello 2 si tiene sempre su un’abrasione molto bassa, quindi sono utili in qualsiasi camera in cui non ci siano agenti aggressivi.
  3. Il grado 3 invece è quello ideale per i rivestimenti della cucina, perché sono sottoposti a strofinamento frequente e sono intaccati dal calore e dal vapore.
  4. Il grado 4 riguarda piastrelle costrette a stress più elevati, e sono adatte per esempio alle cucine dei ristoranti.
  5. Il grado 5, cioè le pavimentazioni da esterni, che vengono usurate molto facilmente e devono resistere ad un traffico molto intenso.

Scegliere le piastrelle: design, colore, materiale

Una volta finito di scegliere le piastrelle, possiamo passare alla valutazione del design e del colore.
Se dobbiamo rivestire ambienti molto piccoli, le piastrelle di grande formato possono ingannare l’occhio e farci sembrare la stanza più grande. Anche la scelta di colori chiari permette di creare spazio.
La posa è anche molto importante: spesso per creare un ambiente di effetto si posano piastrelle quadrate in obliquo, questo però è consigliabile solo se non viviamo in mansarde o case dal soffitto molto basso. In questi casi è preferibile una posa lineare classica, con l’utilizzo di piastrelle molto sottili.

Anche il materiale con il quale vengono costruite è molto importante: esistono infatti mattonelle in cotto (che richiedono l’utilizzo di prodotti specifici per il lavaggio), in monocottura (prevede un unico passaggio in forno dopo la smaltatura, solitamente riguarda prodotti a basso costo) bicottura (prevede due passaggi, una cottura a biscotto e una seconda cottura dopo l’applicazione dello smalto) gres porcellanato in massa o in smalto, ideali perché hanno tasso bassissimo di assorbimento dell’umidità.

Negli ultimi anni va molto di moda il gres porcellanato simile ai listoni da parquet, una scelta perfetta perché da l’impressione di avere un pavimento in legno ma evita la difficile manutenzione e l’usura del legno!

Color tortora: come mai tutti amano questo colore?

Il color tortora è diventato un grande protagonista dell’arredo degli ultimi anni: equilibrato ed elegante, questo beige con una punta di grigio è riuscito a scalare la classifica delle tonalità più amate dagli italiani, mettendosi alle spalle del bianco, al secondo posto.
Questo colore – di cui esistono varie gradazioni, in base alla quantità di marrone presente nel mix – è ritenuto raffinato e semplice da abbinare, perfetto per ogni ambiente e ideale per le strutture ricettive. È sobrio, non troppo serio e indicato in particolare per chi preferisce arredi moderni.

Il tortora, però, si abbina con ogni stile!
Utilizzarlo è davvero semplice, perché questo colore è ormai arrivato ovunque, modificando a 360° il mondo dell’arredamento: oggi, lo si trova a parete e a pavimento, lo si può scegliere per i mobili, per i tessuti, i rivestimenti e le tende!

Importante, però, è non utilizzarlo nelle sue versioni più “anonime”: il color tortora – infatti – deve alla sua percentuale di grigio la capacità di appiattire le superfici.

Questo elemento è sicuramente un più per certi versi, perché questa tonalità consente di realizzare ambienti otticamente più ampi, ordinati e puliti; dall’altra parte, però, si rischia di “perdere” degli elementi del design, che possono finire per nascondersi o non essere adeguatamente valorizzati.

Come fare?
Basta scegliere superfici con un po’ di texture e movimento: questo significa optare per mobili che riproducono le venature del legno, oppure scegliere lavorazioni più complesse, soprattutto per quanto riguarda le pareti (negli ultimi anni, si sono diffusi ad esempio effetti 3D che includono glitter e brillantini, perfetti anche per far rimbalzare la luce).
Un altro accorgimento può essere quello di scegliere i giusti abbinamenti cromatici.
Il tortora è perfetto con bianco e nero e consente di arredare in modo professionale, elegante e chic; altri mix vincenti e sorprendenti sono – però – quelli con il verde scuro e con tutti i blu che includono una punta di grigio, come il blu balena.
Da evitare, invece, i colori troppo pop e neo (ad esempio un bel rosso o un giallo vivo): il tortora si abbina comunque, ma si perde l’effetto bon ton.

Siete curiosi di scoprire come utilizzare al meglio questa tonalità?
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